Natale 2020, gli auguri del Priore

Abbiamo trascorso mesi molto duri, che ci hanno colpito pesantemente. Abbiamo dovuto gestire una situazione inimmaginabile che ci ha portato fuori da tutti i canoni tradizionali della vita e della vita contradaiola. Sono mancati i momenti fondamentali: da San Giuseppe alla Festa Titolare fino al Palio, ma soprattutto è mancata la quotidianità. Le nuove tecnologie, i social, gli strumenti virtuali sono preziosi, ma possono essere un’aggiunta, un’integrazione e non un sostitutivo dei rapporti che fanno della Contrada un luogo di incontro e di relazione.

Alcune attività sono andate avanti, sia a livello di Contrada che di Palio. A questo proposito il Capitano e il suo staff, per esempio, hanno continuato a lavorare senza sosta, come se il Palio si dovesse correre. Così come alcuni “pezzi strategici” di Contrada si sono dati da fare pur nelle limitazioni imposte dall’emergenza. Ma sono mancate la socialità nel suo complesso, il dialogo tra generazioni, gli incontri tra amici e questo ha fatto perdere qualcosa, che dobbiamo impegnarci a recuperare. Ora, pur nella situazione di incertezza che ancora stiamo vivendo è già tempo di guardare al futuro. Dobbiamo trasformare questo nostro bisogno in un’opportunità nuova di relazione. Si tratta di una necessità molto pragmatica, pratica e concreta, che si riassume nella necessità di tornare a vivere la Contrada, condividendo progetti, passioni e confrontandoci su tutti gli aspetti della vita contradaiola.

È un momento che chiama tutti a una riflessione sul senso del nostro essere contradaioli. Molti in questi mesi mi hanno manifestato la loro mancanza di Contrada. Una mancanza comprensibile. Ma dobbiamo anche comprendere, al di là delle limitazioni del momento attuale, che la Contrada vive se è viva la partecipazione. Partecipazione che per me significa frequenza, presenza, confronto. Quello che stiamo vivendo può essere un’opportunità anche per fare un bagno di umiltà. Ognuno ha il diritto e il dovere di esprimere la sua opinione e la sua chiave di lettura per il presente e il futuro dell’Onda. Ma proprio per questo occorre fare lo sforzo di capire la Contrada a 360 gradi, in tutte le sue sfaccettature e problematiche. È facile? No, perché vivere davvero la Contrada è anche faticoso e richiede impegno, ma è proprio grazie a questo impegno che si può apprezzare fino in fondo la bellezza della nostra appartenenza.

Questa è la sfida del futuro, quando sarà finita la pandemia: far partecipare le ondaiole e gli ondaioli, recuperando quelle generazioni, a partire dai giovani, che stanno subendo in modo particolare questa situazione. Il “dopo” dipende da ciascuno di noi, da ciascun contradaiolo, dalla visione che ognuno ha della Contrada. Per me la Contrada è partecipazione, è portare idee e impegnarsi per realizzarle. Usiamo questo tempo particolare per riflettere su questi aspetti, per confrontarsi e magari per provare a migliorarci. L’Onda è sempre stata grande nel fare le cose straordinarie, mentre ha peccato nell’ordinario. Quando supereremo questo momento difficile avremo una grande sfida di fronte a noi: rendere straordinaria la nostra ordinarietà e tornare a valorizzare il nostro quotidiano.

Nella logica di ridefinizione del nostro essere Contrada l’approvazione del nuovo statuto rappresenta, dal mio punto di vista, una rampa di lancio per ricercare un maggior coinvolgimento e una maggiore efficienza da parte di tutte le anime della Contrada. Col nuovo statuto si supera la dicotomia tra Contrada e Società e, al contempo, si rafforza la sinergia tra queste due componenti, sempre più unite in un’unica realtà. Lo spirito alla base del nuovo testo è cercare un maggior confronto, ma anche una maggiore incisività nella capacità decisionale di tutte le componenti. Nella mia road map dopo l’approvazione dello statuto ci sarebbe stato lo svolgimento di un seggio e di un’assemblea per la nomina dei componenti della commissione. Non è stato possibile per la nuova chiusura, seppur meno restrittiva, alla quale siamo stati chiamati. Seguiamo giorno dopo giorno l’evoluzione della situazione, ma è chiaro che, proseguendo questa incertezza dovremo riflettere insieme al Collegio dei maggiorenti sulle strade da prendere nel prossimo futuro.
Andiamo avanti, uniti dalla nostra appartenenza e dal nostro amore per l’Onda.

Supereremo questo momento difficile e superarlo insieme ci renderà ancora più forti. A tutte le ondaiole e a tutti gli ondaioli, alle loro famiglie e ai loro cari, auguro di passare delle serene festività natalizie e di vivere un 2021 di rilancio ricco di soddisfazioni. Viva l’Onda.

Massimo Castagnini