Nel 1892, dopo 22 anni che l’Onda non vinceva, si pose fine al lungo digiuno e celebrò l’avvenimento con grandi festeggiamenti: si ricorda che per la cena della vittoria i tavoli furono illuminati a gas e le arcate a bicchierini di sego.
La vittoria del 29 maggio 1893, detto Palio di Curtatone e Montanara o degli Studenti, suscitò un entusiasmo ancor maggiore, tanto che fu fondata addirittura una Società denominata “29 maggio”, una sorta di fondo-palio ante litteram che, sotto un altro nome, stette in vita per molti anni ancora. Per far fronte a queste due vittorie la Contrada dovette fare dei grossi sacrifici ma nel 1902 capitò l’occasione e l’Onda vinse di nuovo; purtroppo quel Palio resterà famoso anche per la clamorosa aggressione dei brucaioli alla nostra comparsa nel corso del giro del giorno dopo, presso la stazione vecchia.

Il 13 agosto del 1911 fu inaugurata in pompa magna, anche se con tanti sacrifici finanziari, la sala delle Vittorie (l’attuale Archivio storico) e, insieme agli stemmi delle Contrade alleate Oca, Valdimontone e Nicchio, fu dipinto anche quello della Torre. Con quest’ultima, in occasione del giro annuale, per vari anni (a partire dal 1912), ci scambiammo diversi rinfreschi, sicuramente fino al 1925, anno in cui si arrivò alla rottura ufficiale della plurisecolare alleanza con l’Oca, dopo altri 3 o 4 Palii di mortificazioni subite. Passava il tempo, troppo, e nell’Onda c’era tanta voglia di Palio.

Nel Palio straordinario del 1928, finalmente, l’Onda vinse e la Torre gioì con noi, tanto che ci è stato, per tanti anni a seguire, rinfacciato il prestito delle loro arcate in occasione della festa della Vittoria (pare che si trattasse di arcate di ferro centinate ad arco gotico, di proprietà di un certo Castellini ammaiatore, già usate in qualche occasione dalla Torre). Il nostro Capitano non era né nativo dell’Onda né tantomeno senese ma semplicemente un amico del Priore Lodovico Cardini, il cavalier Guido Contini, un signore benestante proprietario terriero di Abbadia di Montepulciano, “geniale” e ammiratore dell’Onda; era un uomo dalle mani bucate, sempre elegantemente vestito, che spesso offriva le cene ai poveri ondaioli che non se le potevano permettere e che pagò anche una buona percentuale delle spese del Palio vinto. Nel 1930 l’Onda aveva il cavallo migliore ma anche la Torre lo aveva buono e per di più erano già 20 anni che non vinceva. Noi montavamo lo Sgonfio (che ci aveva regalato la vittoria nel ’28) e la Torre Smania; dalle prime prove si notò subito che la resa non era quella che ci aspettavamo. La certezza che qualcosa non funzionasse a dovere venne quando il Capitano della Torre, in un momento di euforia, si lasciò sfuggire che loro avrebbero vinto di sicuro perché avevano sistemato tutte le cose a modino (lasciando intendere che anche nell’Onda fossero d’accordo). Al Contini, ancora Capitano, questa cosa non piacque affatto e mandò il Mangino Minutelli a parlare col Fontani dell’Oca per ottenere il Meloni che ritornò “consegnandoci” il famoso fantino che, la sera stessa, disputò la Prova Generale nell’Onda. Ci possiamo immaginare la reazione di Salicotto! Il 3 luglio l’Onda vinse il Palio e la Torre dovette aspettare altri 9 anni per fare altrettanto.

Nel 1930 prende forma la famosa alleanza denominata TONO (dalle iniziali delle Contrade che la formavano) che permise, a chi ne faceva parte, di vincere ben sette Palii sui nove disputatisi: noi ne vincemmo uno nel 1932 col fantino Ganascia. Il patto si concluse con la carriera dell’agosto del 1934 per il conflitto sorto tra l’Oca (cui toccava vincere e come avvenne effettivamente) e il Nicchio (che aveva il cavallo bono e non voleva rinunciare alla vittoria).

Gli eventi palieschi successivi, fino alla vittoria della Torre nell’agosto del 1939, bissata da quella del 1947, anche se non noti a tutti, non rivestono grande importanza; ciò che interessa portare a conoscenza è, invece, la situazione interna alla Contrada che non era delle migliori. Nel 1936, i dirigenti che fino ad allora avevano retto le sorti dell’Onda non riaccettano i rispettivi incarichi e quelli nuovi si trovano di fronte una situazione finanziaria poco rassicurante e a un clima di pettegolezzi e rancori che, dato il momento politico, non aiuta di certo a superare le preoccupazioni provenienti dalla Società Giovanni Duprè, che rischia di essere portata via dal Regime.