Quindici anni da capitano, una splendida vittoria, un rapporto con la Contrada segnato da affetto e stima profondi. Questo è ciò che caratterizza la vita di Ondaiolo di Dario Neri, figura signorile e sensibile: un grande dirigente e un grande artista, oltre che un intellettuale senese di alto livello, premiato nel 1954 con il Mangia d’Oro.
Insieme a Giovanni Duprè Dario Neri è il maggiore artista dell’Onda: uno di quei personaggi senesi dei quali Siena e la sua Contrada possono a buon diritto andare orgogliosi. Nasce il 22 maggio 1895 a Vescovado di Murlo, da una famiglia che nel corso del tempo ha dato moltissimo a Siena, in ambiti diversi ma sempre importanti. Abbraccia inizialmente gli studi di ingegneria, ma presto li abbandona per dedicarsi alla sua vera vocazione: l’arte, superando da privatista l’esame all’Accademia di Belle arti per insegnare disegno.
Grazie ad Adolfo De Carolis si avvicina alla pittura murale e alla xilografia. Dario Neri ha, tra i suoi molti meriti, quello di trasportare l’impegno artistico in tutti i settori della vita quotidiana. Sono molto importanti le opere che rappresentano le crete, la vita dei campi, un ambiente arcaico ritratto nella sua serenità, ma anche nella solida forza del lavoro.
Siena e il Palio sono una costante per Neri – il padre era proprietario, tra l’altro, del leggendario Folco – che dipinge alcuni drappelloni, disegna le monture per i rinnovi dell’Onda, della Chiocciola, della Pantera (questi ultimi non realizzati): una realizzazione seguita con grande competenza, senso estetico e attenzione per i dettagli, che segnerà il rinnovo del corteo del 1928 e, ancora per l’Onda, quello del 1955.
L’Onda, la sua Onda. Dario Neri viene eletto capitano nel 1937 e ricopre la carica fino al 1952, regalando all’Onda la splendida vittoria del 2 luglio 1950 con Giuseppe Gentili detto Ciancone e Gioia. È un capitano stimato e amatissimo dall’inizio alla fine del mandato, come dimostrano le numerose lettere del Seggio e anche dei semplici contradaioli, piene di rispettoso affetto e di entusiastica ammirazione.
Nell’editoria collabora con la “Rassegna d’arte senese” e nel 1926 promuove, con Piero Misciattelli e Aldo Lusini, la fondazione del trimestrale “La Diana” (1926), di cui elabora la raffinata veste grafica e firma tutte le xilografie apparse nei primi quattro numeri. È autore del celebre Manifesto del Palio del 2 luglio 1928 divenuto poi l’avviso ufficiale della corsa affisso ancor oggi dal Comune di Siena.
Dal 1944, con una commistione perfetta tra mentalità imprenditrice e artistica, come pittore e come incisore, il suo interesse per l’editoria si esprime ai massimi livelli, rilevando la proprietà della casa editrice fiorentina Electa, indirizzata, dopo le prime esperienze giuridiche, verso la pubblicazione di raffinati testi d’arte.
Dario Neri ha profondi legami di amicizia e collaborazione con i maggiori intellettuali del suo tempo: Enzo Carli, Bernard Berenson (di cui divenne unico editore in Italia) e Carlo Emilio Gadda. Dario Neri è autore, insieme a Giovanni Cecchini, de “Il Palio di Siena”, uscito proprio per Electa nel 1958, su commissione del Monte dei Paschi, opera ancora oggi di grande interesse e valore per la commistione di erudizione e passione paliesca.
Il 29 giugno 1950 l’Onda ha in sorte Gioia, cavalla esordiente. Arriva subito la monta di Giuseppe Gentili, detto Ciancone, che deve riscuotere vari favori fatti in precedenza sul tufo.
Ciancone parte primo, insidiato dal Drago con Rompighiaccio e Niduzza. Ranco, che corre nella Lupa con Salomè, ostacola il Drago a favore dell’Onda: ne seguirà la rottura dell’alleanza e molta tensione reciproca. Rompighiaccio non si arrende e attacca Gioia e Ciancone all’interno al terzo Casato. Il Gentili, con una magistrale parata lo stringe allo steccato e l’Onda trionfa dopo ben diciotto anni di digiuno.
Oltre all’amministrazione, per un decennio, dell’Istituto Sieroterapico e Vaccinogeno Toscano Sclavo, Dario Neri ricopre incarichi pubblici di grande prestigio – fra i quali anche la direzione – che vanno di pari passo con la sua brillante vita artistica a livello nazionale. Muore improvvisamente a Milano nel 1958, lasciando tracce profonde nell’arte, a Siena e nella sua Contrada, l’Onda.
Il 21 maggio 2013 alla memoria di Dario Neri e del padre Paolo sono stati conferiti l’attestato e la medaglia di Giusti fra le Nazioni per aver nascosto e salvato per sei mesi, nel 1944, a Campriano, la famiglia ebrea di Arturo Cabibbe.
Il 22 maggio 2022, nel corso di una bella e partecipata cerimonia a Campriano è stata scoperta una lapide in onore di Dario Neri, Giusto fra le Nazioni.