Matilde Rosini atleta dell’anno 2015

“Spigolature sui pattini”. Matilde Rosini sul podio europeo

di Cecilia Mori

 

rosini_3Tutto ebbe inizio in Olanda alla fine del 1500, ma dobbiamo aspettare oltre due secoli per vederli su un palco londinese durante un’esibizione. Sono un fenomeno culturale i pattini, prima che sportivo. È dentro questa cultura, sfidante le difficoltà inesorabili delle leggi fisiche, che nasce uno stile: una vita in punta di rotelle, dove silhouette leggiadramente sospese disegnano figure oniriche, sfumate, ma reali. Piroette, volteggi, salti, passi, trottole. Simbolo di levità ma non di leggerezza. Di bellezza e fascino discreto, charmant, mai ostentato. Di sacrificio ma non di rinuncia.

Questo è il mondo di Matilde, testimone di un’arte e di una passione antica, tramandata da una generazione all’altra. Muove i primi passi sotto lo sguardo protettivo e… vigile del nonno Aldo, primo ad averle infilato quegli stivaletti di pelle ai piedi, principe di una fiaba moderna, dove la fragile scarpetta di cristallo è sostituita dalla curiosità di chi si affaccia, con la tenerezza dell’età, non ad un mondo di Barbie con paillettes e strass, ma di donne che hanno fatto della disciplina un’arte. Donne volenterose e determinate a crescere. Donne sempre sorridenti. Sì, perché il sorriso, quello buono e vero, in gara e fuori vince. Matilde ce l’ha fatta!

rosini_1Semplice, probabilmente banale chissà, dire che siamo orgogliosi di lei, ma è ciò che possiamo esprimere, entusiasti, senza timor di smentita.

Orgoglio per un podio, una medaglia. Ma ancor di più per una strada tracciata in silenzio, senza clamori, dove le luci della ribalta sono un dettaglio, importante quanto si vuole, ma pur sempre dettaglio. Dove l’essenziale è il far bene, per se stessi e per gli altri, convinti che la strada debba essere percorsa a testa alta, con portamento e soprattutto con i pattini ai piedi.