San Giuseppe bagnato, ma nell’Onda c’è già aria di primavera

Sacro e profano, tradizione e sguardo al futuro. San Giuseppe si conferma un appuntamento speciale per l’Onda e la città

“Le radici profonde non gelano” scriveva JRR Tolkien. Le radici della Festa di San Giuseppe sono così solide che non temono né le gelate del cuore né, tantomeno, quelle di questo meteo capriccioso di metà marzo. La festa di Malborghetto, quindi, seppur bagnata da qualche fredda goccia di pioggia, è tornata, anche in questo 2018, ad annunciare l’arrivo della primavera.

Si è rinnovato il rito dei carretti, delle frittelle, del popolo per la strada, come tradizione comanda.  E c’è stata la novità della benedizione dei babbi, al termine delle messe, pensata dal neo correttore Don Emanuele e che ha riscosso subito un buon successo. Non ha inventato niente il nostro Emanuele, ma proposto “formule” nuove racchiuse in gesti antichi, ristuzzicando la devozione e il senso di appartenenza di un popolo, quello di Siena e quello dell’Onda, che sente ancora, forte, vivo e autentico il suo legame con San Giuseppe.

San Giuseppe, nell’Onda, è sintesi perfetta di sacro e profano, di devozione e convivialità. Si piegano le ginocchia in Chiesa, insomma, ma si mettono anche volentieri le gambe sotto il tavolo. Giusto così. E la passeggiata dalla Chiesa fino al cuore pulsante del rione resta uno dei momenti più belli della giornata. Da assaporare, passo dopo passo. Certo c’è chi, quella strada, anche ieri, l’ha percorsa più volte per assolvere a tutte le incombenze che l’evento richiede. Magari per loro la “passeggiata in via Duprè” sarà stata un po’ meno poetica alla centesima salita, ma il fatto che tutto sia andato liscio è il miglior modo per archiviare, a fine giornata, ogni stanchezza. Tra i momenti più significativi c’è stata la visita, della Contrada, agli ospiti della Residenza “Caccialupi”, in via Mattioli. Un gesto bello per portare un po’ del clima di festa del rione ai tanti anziani che vivono nella casa di riposo.

San Giuseppe va in archivio lasciandoci però il consueto scrigno di piccole e grandi emozioni. Momenti e gesti che sembrano scontati, ma non lo sono affatto, e che esprimono il legame e il senso di appartenenza di questa comunità ad una Festa che poteva anche perdersi, soprattutto dopo la soppressione della ‘festività’ dal calendario civile da parte dello Stato. E invece siamo ancora qua a pensare all’Onda del futuro, davanti a un piatto di frittelle e a un bicchiere di vino.

Tutto è migliorabile è il motto araldico di questa redazione. Anche San Giuseppe lo è. Ma va reso onore al merito a tutti gli ondaioli, di ieri e di oggi, grazie ai quali questa Festa mantiene inalterata la sua magia e la sua bellezza.