La Contrada dell’Onda ha il titolo di Capitana perché i suoi uomini facevano la guardia al Palazzo Pubblico. Per la storia della Contrada è fondamentale una fonte archivistica del 1524, il Libro di Deliberazioni. Si tratta del libro dei verbali più antico di quelli conservati dalle Contrade e riporta una notevole quantità di notizie relative agli incarichi, alla vita della Contrada, al Palio e agli avvenimenti che riguardano anche altre consorelle, “aggregate” o rivali.

Importanti testimonianze si hanno anche sul Chiesino e sull’istituzione della Festa Titolare della Contrada, celebrata fin dalla prima metà del Cinquecento in onore della Beata Maria Vergine a Santa Elisabetta.

Tra la fine del XVI secolo e la metà di quello successivo si può constatare come l’Onda sia una Contrada già molto strutturata, indipendente e sempre pronta a partecipare alle feste. In questo periodo l’Onda vinse varie bufalate e nella famosa Caccia dei Tori del 1546 si presentò con una folta schiera di ninfe e pastori a piedi e a cavallo, con un carro allegorico che rappresentava Diana con ninfe e Cupido, che spargevano fiori.

Per le funzioni religiose, dal 1787 la Contrada si trasferì dal Chiesino alla Chiesa di San Giuseppe, già sede della Corporazione dei Legnaioli, che di questi riporta numerose ed importanti testimonianze storico-artistica. La grande cripta della chiesa, che è coperta come la chiesa stessa da una bellissima volta a ombrello – unico esempio in Toscana – è attualmente la Sede storica e il museo della Contrada, dove si trovano la sala delle adunanze e la sala delle Vittorie. Tra le molte opere d’arte, testimonianze storiche ed oggetti custoditi sono notevoli per la loro importanza e particolarità le opere dello scultore ondaiolo Giovanni Duprè, artista del XIX secolo che acquisì fama internazionale.

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