AlbertoRadicchi

“Maestro” Alberto Radicchi lo era davvero. Nato il 6 maggio 1898 in Via Giovanni Duprè, costretto ben presto per necessità familiari ad impiegarsi come commesso presso un’attività commerciale di Via Banchi di Sotto, aveva conseguito il diploma di maestro elementare attraverso lunghe ore di studio notturno ritagliate al lavoro. Per questo, con il trascorrere degli anni e nonostante i molti incarichi pubblici ricoperti, fieramente non aveva mai rinunciato a quel titolo che gli aveva aperto le porte di una professione sempre esercitata con serietà e passione. Cattolico da sempre, aderì fin dagli inizi al Partito Popolare Italiano fondato da Don Luigi Sturzo, tirando in silenzio durante gli anni bui della dittatura fascista le fila del movimento cattolico senese, soprattutto attraverso l’azione della “San Vincenzo de’ Paoli”. Con la nascita della Democrazia Cristiana senese dopo la fine del ventennio, in pieno periodo “badogliano” Radicchi si dedicava a proseguire clandestinamente la sua attività politi

ca insieme a pochi amici nella sede dell’Azione Cattolica in Via dei Fusari, fino alla liberazione di Siena, il 3 luglio 1944. Con il ritorno alla democrazia e alla libertà iniziarono per lui i primi incarichi ufficiali con l’elezione nel primo Consiglio dell’allora unica sezione senese del partito scudocrociato. Un impegno politico a cui “il maestro” non avrebbe mai rinunciato nel tempo, seppure senza mai perdere di vista la fattiva attività caritativa nella “San Vincenzo”. Per lunghi anni consigliere al Comune di Siena, incarico in cui portò sempre dai banchi della minoranza un contributo valido ed efficace agli interessi della città, e dopo una breve permanenza nel Comitato Provinciale delle ACLI, fu eletto, nel 1955, al Congresso di San Gimignano, Segretario Provinciale della Democrazia Cristiana. Dirigente dell’Onda per oltre trent’anni, Radicchi aveva ricoperto dal 1928 al ‘30 la carica di Presidente della Società Giovanni Duprè e dal 1934 al ‘62 quella di Vicario della Contrada, svolgendo le funzioni di Priore in due distinti periodi: dal 1942 al ‘44, per l’assenza dell’allora Priore Mario Silvietti richiamato alle armi, e dal ‘50 al ‘55 per la lontananza dalla città del generale Lelio Barbarulli. Una vita contradaiola intensa, vissuta attraverso un impegno costante e una lungimirante capacità operativa mediata con le difficoltà quotidiane di una Contrada da sempre pesantemente afflitta dalla povertà della sua gente. Lavorando con perseveranza e caparbietà per il superamento di una visione ristretta della Contrada intesa come semplice sommatoria di famiglie, verso una dimensione più aperta e moderna, Radicchi spese le sue maggiori energie per la realizzazione di tre grandi progetti: sede della Contrada, nuova Società e costumi di Piazza. Si trovò così ad essere uno dei maggiori protagonisti di tre decisivi mutamenti nella vita dell’Onda, dei lavori per la nuova sede fra il 1934 (anno in cui venne individuata la cripta come luogo adatto allo scopo) all’inaugurazione dei nuovi locali nel 1962, del passaggio dalla vecchia Società di Mutuo Soccorso alla Società di Contrada (impedendone con l’intervento in prima persona il definitivo scioglimento e la liquidazione), dei nuovi costumi di Piazza, rinnovati nel 1955. Insomma, il Vicario Radicchi resse e diresse mirabilmente le sorti della Contrada e della Società Duprè facendosi apprezzare sempre per le sue capacità direttive, lo spirito di sacrificio e l’amore per l’Onda. Si spense nel 1962, venti giorni dopo l’inaugurazione di quella sede che egli volle “degna di una Contrada come l’Onda”.

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