IL BANDO DEL 1730

Le strade all’epoca del Bando di Violante di Baviera (1730) determina la suddivisione territoriale delle diciassette contrade di Siena facendo riferimento ai palazzi e ai loro proprietari dell’epoca, basandosi quindi più sui fabbricati che sulle strade. Esso viene ancora oggi considerato la disposizione di base per determinare gli effettivi confini delle contrade. Secondo il Bando il territorio della Contrada Capitana dell’Onda è delimitato dalle seguenti vie e palazzi:

“Dall’arco di San Giuseppe per tutta la strada di San Salvatore colla metà del Mercato vecchio da detta parte entri in piazza presso il palazzo dell’Eccelsa Signorìa e quello comprenda fin dove abita il signor Capitano di Giustizia, salga nel Casato, prenda a man sinistra tutte le case fino atta Costa larga e da quella in su cammini per ambe le parti, comprendendo tutti i vicoli che sono verso. San Salvatore, passi la svolta del Casato e prendendo le case a man sinistra passi pell’arco di Sant’Agostino, tenendo per quella parte fino a San Giuseppe, ed appartenga ad essa la strada di Fontanella fino a porta Tufi.”

Il letterato e commediografo senese Girolamo Gigli (1660-1722) così riportò nel suo Diario Sanese, pubblicato postumo nel 1723:

“L’Onda contiene Malborghetto, cioè dall’Osteria della Lupa per San Salvadore fino all’Archetto, mezzo il Mercato vecchio, la Costa fino alla Porta Sant’Agata, oggi Portone di San Giuseppe, il Chiasso del Sambuco, il Chiasso delle Lombarde, il Chiasso Porcinese, che conduce alla Fonte, che si chiama Fonte Serena, il Casato di Sopra e di sotto con tutti gli altri vicoli, che in San Salvadore vanno a riuscire.”

IL TERRITORIO OGGI

Via di Malborghetto è l’antico nome di via Giovanni Duprè, così ribattezzata in omaggio all’omonimo scultore, nato proprio in quella strada. La casa natìa dell’artista si trova in prossimità dell’angolo con il vicolo di San Salvadore ed è indicata da una targa commemorativa.
In riferimento all’antico nome della sua via principale, la Contrada Capitana dell’Onda viene tutt’oggi chiamata anche “Contrada di Malborghetto”.

L’Osteria della Lupa (altresì nota come “Hosteria della Lupa”) era un’antica osteria senese, oggi non più esistente, che sorgeva all’inizio dell’attuale via Duprè, in prossimità di Piazza del Campo. Traeva il nome da una lupa dorata fusa nel 1429 e collocata innanzi al Palazzo della Signoria, al fine di renderne meglio riconoscibile l’ingresso ai forestieri.

Il Palazzo dell’Eccelsa Signorìa altro non è che l’edificio oggi noto come Palazzo Pubblico, presso il quale ha sede il Comune di Siena. All’Onda appartiene ufficialmente la porzione del Palazzo Pubblico adiacente a via Duprè, inclusa la sala del Mappamondo, anche se, per antica consuetudine, l’edificio comunale (così come il Duomo) è escluso dalla giurisdizione di qualunque Contrada.

L’arco di San Giuseppe sorge a fianco dell’omonima chiesa, nel punto in cui via di Sant’Agata confluisce in via Giovanni Duprè. L’arco costituisce ciò che resta dell’antica porta Sant’Agata, venutasi a creare a seguito dell’ampliamento delle mura di Siena avvenuto sul finire del XII secolo, e così chiamata in riferimento alla vicina chiesa di Sant’Agata. Con l’ulteriore ampliamento della cinta muraria del 1290 e la creazione di Porta Tufi nel 1326, la porta divenne “arco di Sant’Agata” e mantenne questo nome anche con la demolizione del luogo di culto dedicato all’eponima Santa. Allorché, nel 1522, presero avvio i lavori di edificazione della chiesa di San Giuseppe, l’arco prese il nome di detto Santo.

L’arco di Sant’Agostino sorge nel punto in cui via di San Pietro sbocca su via di Sant’Agata, permettendo di raggiungere il Prato di Sant’Agostino. Anche detto arco fu porta cittadina fino al 1325, quando fu aperta via dei Tufi.

La Fonte Serena è oggi meglio conosciuta come Fonte del Casato e sorge a fianco della scalinata tramite la quale si scende da via del Casato di Sotto nel sottostante vicolo della Fonte, in prossimità dell’angolo con via della Fonte. Risalente al 1352, fu edificata in pietra a seguito di una petizione presentata dagli abitanti della zona al governo della Repubblica di Siena nel 1359.

La strada di Fontanella prende il nome dall’omonima fonte, ancor più antica della precedente, essendo la sua esistenza testimoniata già nel 1263. Altresì nota come Fonte degli Eremiti o Fonte di Sant’Agostino, sorge ai piedi del colle dominato dal Prato di Sant’Agostino e dalla chiesa di Sant’Agata.

Nel territorio dell’Onda sono almeno quattro i tabernacoli presenti. Il più grande e il più recente fu realizzato nel 1980 da Irio Sbardellati ed è attualmente il tabernacolo che viene addobbato per la tradizionale Festa della Madonna dell’8 settembre; è posto alla fine di vicolo della Fonte all’incrocio – noto anche come “cannellina” per la presenza di una delle fontanine comunali – con Via Duprè e Via San Giuseppe.
Gli altri tabernacoli si trovano uno, in via Duprè (XVII° secolo) e gli altri due in via del Casato di Sopra.
Nelle strade del rione si possono trovare, oltre a lapidi ed iscrizioni, anche diversi stemmi seicenteschi con l’araldica della Contrada.

Il territorio della Contrada è oggi costituito dalle seguenti vie e piazze:

Vie:
Giovanni Duprè, Casato di Sotto (parte), Casato di Sopra, di San Pietro (parte), di Fontanella, delle Lombarde, della Fonte, del Mercato, del Sambuco, di Sant’Agata (parte);

Vicoli:
delle Pietre, di San Salvadore, della Stufa, degli Ugurgieri, della Fonte;

Piazze:
del Mercato (parte)

Per motivi storici, l’Onda ricomprende nel proprio territorio anche la cittadina di Talamone (nel Comune di Orbetello, in provincia di Grosseto), antico porto della Repubblica di Siena, il quale era presidiato dalle Compagnie militari (poi confluite nell’Onda) di San Salvadore e del Casato di Sotto.